Quando si tratta della sicurezza dei propri soldi depositati in banca, la sensazione più comune è di tranquillità. Tuttavia, la realtà è più complessa di quanto molti immaginino: il denaro fermo sul conto corrente non è esente da rischi e non sempre gode della copertura che si crede. È necessario approfondire per scoprire quali sono le reali tutele, quali rischi corriamo e quali verità spesso vengono omesse dalla comunicazione bancaria tradizionale.
Quanto sono protetti i soldi in banca?
La principale garanzia in Italia è offerta dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), che tutela ogni depositante fino a 100.000 euro per banca, includendo anche gli interessi maturati nel tempo. Questa soglia si applica sia ai conti correnti sia ai conti deposito, aumentando fino a 200.000 euro per i conti cointestati tra due persone. L’adesione a questo fondo è obbligatoria per tutte le banche italiane e per le filiali di banche estere che operano nel nostro Paese; fanno eccezione alcune categorie come banche extracomunitarie (se dotate di proprio schema analogo di tutela) e banche di credito cooperativo, che però offrono sistemi di protezione simili.
Nel caso una banca entri in crisi o venga avviata la procedura di liquidazione coatta, il FITD interviene automaticamente, senza necessità di richiesta da parte dei correntisti. Il rimborso dei depositi tutelati deve avvenire entro 7 giorni dalla dichiarazione dell’insolvenza della banca. Si tratta di una misura fondamentale, riservata però solo a una parte dei depositi bancari.
Oltre i 100.000 euro: cosa rischi davvero?
La protezione del FITD si arresta infatti a 100.000 euro per depositante; ogni somma che supera questa soglia non è garantita in caso di default della banca. Secondo recenti stime, circa 400 miliardi di euro depositati sui conti correnti italiani non godono di alcun tipo di copertura perché eccedono tale soglia. Se la banca entra in crisi profonda ed è necessario applicare un “bail-in” (ovvero il salvataggio interno), i depositi eccedenti possono essere utilizzati per coprire le perdite, come già accaduto nel 2015 con alcuni istituti italiani.
Non tutti i prodotti emessi dalla banca sono coperti dal FITD. Soltanto:
- Conti correnti
- Conti deposito nominativi
- Carte prepagate con IBAN
rientrano nella garanzia. Non sono protetti:
- Obbligazioni e azioni emesse dalla stessa banca
- Fondi comuni di investimento
- Polizze assicurative
- Depositi al portatore
- Altri strumenti finanziari
Questi strumenti, anche se venduti dalla stessa banca, sono esclusi dal perimetro di tutela, e in caso di dissesto l’investitore si assume il rischio di perdere integralmente il capitale investito.
Altri rischi poco considerati: inflazione e costi occulti
Alcuni rischi non derivano direttamente da eventi negativi come un fallimento bancario, ma sono insidiosi e costanti nel tempo. Il più trascurato è l’erosione del valore del denaro dovuta all’inflazione. Tenere rilevanti somme sul conto corrente comporta inevitabilmente una perdita di potere d’acquisto: anche se i tuoi soldi non scompaiono, la loro capacità di comprare beni e servizi diminuisce anno dopo anno. In un contesto di inflazione, il denaro lasciato inattivo perde valore reale, soprattutto se non investito o remunerato.
Inoltre, i costi di gestione, le imposte di bollo e le spese bancarie contribuiscono a ridurre il saldo disponibile, anche in assenza di operazioni. Il mancato rendimento rappresenta quindi un rischio “silenzioso”: mentre il capitale sembra essere al sicuro, in realtà si sta lentamente assottigliando sotto il peso di costi e mancati guadagni. Questo è particolarmente vero per chi tiene cifre consistenti sui conti o non si informa adeguatamente sulle alternative di investimento.
Sapere scegliere per proteggere il proprio patrimonio
Comprendere come funziona il sistema di garanzia è il primo passo per difendere i propri interessi. Ecco alcuni aspetti cruciali da monitorare:
- Non superare i 100.000 euro sullo stesso istituto. Suddividere i risparmi su più banche permette di moltiplicare la copertura FITD, garantendo la tutela per ogni banca presso cui si apre un deposito separato.
- Attenzione ai conti cointestati: la protezione si estende per ciascun intestatario, fino a un massimo cumulativo di 200.000 euro a due intestatari. Tuttavia, tenere più conti sulla stessa banca non consente di moltiplicare la garanzia per persona.
- Valutare soluzioni alternative come i conti deposito vincolati, che offrono una remunerazione spesso superiore e sono pur sempre coperti dal FITD, mantenendo un buon margine di sicurezza.
- Non considerare “sicuri” strumenti quali azioni, obbligazioni bancarie e fondi solo perché proposti dalla banca: essi non rientrano nella tutela FITD, e in caso di default dell’istituto si rischia di perdere tutto il capitale investito.
Fondamentale è anche diversificare il patrimonio tra diverse forme di investimento e strumenti finanziari, secondo le proprie esigenze e propensione al rischio. Informarsi sulle reali condizioni e sulle clausole dei prodotti proposti dalle banche costituisce lo strumento più efficace per evitare sorprese spiacevoli. Ricordando sempre che il rischio zero, nel mondo della finanza, difficilmente esiste; ciò che cambia è come si gestisce la propria esposizione ai possibili pericoli.
Essere consapevoli delle limitazioni della tutela bancaria e dei pericoli nascosti come l’inflazione permette di adottare decisioni più informate, senza affidarsi acriticamente a una sensazione di falsa sicurezza. Disporre di una strategia diversificata e monitorare regolarmente la propria posizione bancaria e finanziaria offre una protezione decisamente superiore rispetto a qualsiasi copertura automatica. I soldi sul conto, dunque, sono relativamente al sicuro, ma la vera sicurezza si ottiene solo combinando informazione, attenzione e pianificazione finanziaria continua.