Come capire se il fegato è infiammato dagli esami del sangue: non guardare solo questi valori

Nel valutare lo stato di infiammazione del fegato tramite gli esami del sangue, è fondamentale andare oltre l’interpretazione isolata di singoli valori. Molti pazienti e persino professionisti tendono a focalizzarsi solo su test come le transaminasi, ma la diagnosi di infiammazione epatica richiede un’analisi più articolata e integrata, insieme alla considerazione della storia clinica, di eventuali altri sintomi, e delle possibili cause.

Ormali e parametri chiave della funzionalità epatica

Gli esami del sangue comunemente utilizzati per la valutazione epatica includono la alanina aminotransferasi (ALT), aspartato aminotransferasi (AST), gamma glutamil transpeptidasi (GGT), fosfatasi alcalina (FA) e bilirubina. Un aumento di questi enzimi non indica di per sé la presenza di infiammazione, ma segnala una disfunzione epatica o un danno alle cellule del fegato, che può essere di varia entità e origine.

Transaminasi ALT e AST: sono i principali indicatori di danno epatocellulare, ma non sono specifici del grado di infiammazione. Una loro elevazione può derivare da molteplici condizioni, anche temporanee o transitorie (esercizio fisico intenso, assunzione di farmaci, infezioni virali, steatosi, tossicità) e non sempre equivale a una vera e propria patologia epatica cronica.
Fosfatasi alcalina: utile soprattutto per individuare anomalie delle vie biliari, ma il valore deve essere interpretato con attenzione, soprattutto in relazione con la GGT, che se è anch’essa elevata orienta verso una disfunzione epatica o biliare; mentre se la sola fosfatasi è alta si sospetta una patologia a carico delle ossa.
GGT: l’aumento può essere correlato ad abuso di alcol, uso di farmaci (antidepressivi, antibiotici, FANS, antistaminici, testosterone), e non è quindi un parametro specifico d’infiammazione epatica; inoltre, le linee guida ne sconsigliano l’utilizzo come unico parametro di routine .

Quando il profilo epatico non basta: cause e approfondimenti diagnostici

La valutazione dell’infiammazione epatica tramite esami del sangue non può prescindere dalla ricerca delle cause sottostanti. Spesso occorrono ulteriori test per individuare patologie epatiche di origine virale (test per HBV, HCV, HAV, EBV, CMV), autoimmune (ANA, AMA, ANCA, ASMA, LKM) o metabolica (colesterolo, trigliceridi, glicemia, Hb glicata).
Le alterazioni degli esami ematici possono quindi dipendere da molteplici fattori: infezioni, farmaci, condizioni metaboliche, abuso di alcol, malattie autoimmuni, e non raffigurano necessariamente un quadro di infiammazione specifica o avanzata .

Per esempio, la bilirubina elevata può suggerire un ostacolo nell’escrezione della bile (colestasi) oppure il danneggiamento epatico. La albumina, una proteina prodotta dal fegato, diminuisce tipicamente nei casi di malattia epatica avanzata, ma non nelle infiammazioni lievi o di breve durata.
In alcune situazioni, l’identificazione della causa richiede esami strumentali come l’ecografia addominale o il FibroScan, che valuta la presenza di fibrosi e steatosi, condizioni spesso correlate a infiammazioni croniche o repeatute. Solo in casi particolari, quando gli esami del sangue e quelli strumentali non sono conclusivi, si ricorre alla biopsia epatica .

Profilo clinico e interpretazione integrata dei dati

Il processo diagnostico richiede una visione d’insieme che integra:

  • Anamnesi dettagliata: storia di consumo di alcol, assunzione di farmaci, presenza di altre patologie, fattori familiari
  • Esame fisico: ricerca di segni come ittero, dolore in ipocondrio destro, ascite, edema
  • Esami ematici: valutazione simultanea di più parametri epatici, ma anche emocromo, assetto proteico, test di coagulazione (PT, PTT)
  • Esami strumentali: ecografia, FibroScan o altri test radiologici
  • Test specifici: sierologici per virus, autoanticorpi, immunoglobuline, marcatori tumorali (AFP) se indicato
  • Il medico procede per esclusione, correlando i dati ematici agli elementi clinici: una sola alterazione ematica non conferma da sola l’infiammazione epatica. Ad esempio, se i valori sono leggermente elevati ma la sintomatologia e gli altri dati clinici non sono suggestivi, è necessario monitorare nel tempo e approfondire solo in caso di persistenza o di peggioramento.
    Viceversa, un aumento importante e simultaneo di più parametri insieme alla presenza di sintomi o fattori di rischio orienta verso una patologia epatica e richiede approfondimento immediato .

    Lettura critica degli esami: errori da evitare e approccio moderno

    Risulta fondamentale non affidarsi esclusivamente a interpretazioni automatiche dei referti o a consulti non specialistici, ma rivolgersi a epatologi o medici esperti. La epatologia moderna richiede la valutazione incrociata di tutte le informazioni disponibili. In particolare:

  • Le transaminasi da sole non bastano per diagnosticare l’infiammazione: possono essere alterate anche per cause extra-epatiche.
  • La GGT elevata può dipendere da farmaci, alcol, patologie biliari e non sempre da una vera infiammazione del fegato. Il suo significato emerge solo se associata a elevazione della fosfatasi alcalina e altri parametri.
  • La bilirubina può aumentare per motivi epatici o ematologici; va analizzata insieme agli altri dati.
  • La albumina ridotta è segno di cronicità, non di infiammazione acuta.
  • La anemia, le variazioni delle piastrine e dei test della coagulazione possono suggerire una disfunzione epatica in stadio avanzato.
  • Per una corretta diagnosi, spesso è indicato ripetere gli esami a distanza di tempo e integrare con indagini ulteriori. L’approccio attuale prevede l’uso di algoritmi che incrociano trasaminasi, indice di fibrosis, marcatori di steatosi e autoanticorpi per discernere tra le diverse possibili cause e identificare precocemente le forme più severe.

    In sintesi, per capire se il fegato è infiammato è necessario:

  • Valutare tutti i parametri epatici contemporaneamente
  • Considerare la storia clinica e la presentazione sintomatica
  • Integrarsi con esami strumentali e test specifici
  • Sottoporsi a controlli specialistici
  • L’infiammazione del fegato è una condizione complessa e multi-fattoriale, che raramente si diagnostica con un singolo dato ematico. Un’indagine metodica e specialistica è la via migliore per preservare la salute epatica e individuare tempestivamente eventuali patologie.

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